Euro in Calo Contro il Dollaro: Politica Francese e Dati USA al Centro dell’Attenzione

Lunedì l’euro ha registrato un calo significativo rispetto al dollaro statunitense, scendendo dello 0,65% a 1,0506 dollari. Questo ribasso è stato influenzato principalmente dalle tensioni politiche in Francia e dal rafforzamento del dollaro, alimentato da dati economici solidi e aspettative sui tassi di interesse negli Stati Uniti.


Politica Francese: Un Peso sull’Euro

Le preoccupazioni riguardanti un potenziale crollo del governo francese hanno aumentato il premio di rischio per i titoli di Stato francesi. Lo spread tra i titoli decennali francesi e tedeschi ha raggiunto 85 punti base, un livello vicino ai massimi dal 2012.

Questo incremento è stato innescato dall’annuncio di Jordan Bardella, leader del partito di estrema destra Rassemblement National, che ha dichiarato il possibile sostegno a una mozione di sfiducia contro il primo ministro Michel Barnier. Una situazione aggravata dal rifiuto del governo di accogliere alcune richieste di bilancio presentate dal partito di opposizione.

Secondo Chris Turner, responsabile della strategia forex di ING, “la politica francese sta finalmente influenzando il mercato valutario, causando una certa debolezza nell’euro.” Nonostante ciò, molti analisti ritengono improbabile un crollo del governo, in quanto potrebbe portare a una crisi economica che difficilmente i partiti di opposizione vorranno assumersi.


Dollaro in Rafforzamento: Fattori Internazionali e Domestici

Il dollaro statunitense ha registrato una crescita dello 0,6% nell’indice del dollaro, che misura la forza del biglietto verde rispetto alle principali valute. Questo rialzo è stato sostenuto da:

  1. Dati economici resilienti negli Stati Uniti, che continuano a dimostrare solidità rispetto ad altre economie.
  2. Aspettative sui tassi di interesse, con una probabile revisione al rialzo della politica monetaria da parte della Federal Reserve.

Nonostante il dollaro abbia registrato un calo settimanale per la prima volta da settembre 2023, gli analisti di Capital Economics, come Jonas Goltermann, prevedono un consolidamento nei valori del dollaro fino alla fine dell’anno. I rischi rimangono comunque favorevoli per la valuta statunitense nel 2025, grazie alla forza dell’economia americana rispetto alle incertezze globali.


Effetti a Livello Globale: Cina e Giappone Sotto Pressione

Al di fuori dell’Europa e degli Stati Uniti, anche altre economie stanno affrontando le ripercussioni delle politiche monetarie e valutarie:

  • Cina: Lo yuan ha toccato il minimo degli ultimi 4 mesi e mezzo, scendendo a 7,2856 per dollaro, a causa del rallentamento economico e delle incertezze globali.
  • Giappone: Lo yen è tornato a indebolirsi, scendendo dello 0,3% a 150,18 per dollaro, dopo una settimana turbolenta. La Banca del Giappone (BOJ) ha segnalato che un aumento dei tassi di interesse potrebbe essere imminente, alimentando le aspettative di una stretta monetaria entro dicembre o gennaio.

Secondo il governatore della BOJ, Kazuo Ueda, l’inflazione a Tokyo e la ripresa degli investimenti aziendali suggeriscono un contesto economico favorevole per un aumento dei tassi di interesse al 0,5%.


Prospettive Future: Tassi, Inflazione e Dati sul Lavoro

Questa settimana sarà cruciale per determinare il futuro della politica monetaria globale:

  • Negli Stati Uniti, il rapporto sulle buste paga di novembre fornirà indicazioni sul mercato del lavoro. Le previsioni indicano un aumento di 195.000 posti di lavoro, con un possibile rialzo del tasso di disoccupazione dal 4,1% al 4,2%. Questi dati potrebbero influenzare una decisione della Federal Reserve su un possibile taglio dei tassi di 25 punti base nella riunione del 18 dicembre.
  • In Giappone, l’attenzione sarà rivolta ai dati sui salari, fondamentali per confermare un ulteriore ciclo di aumenti salariali e sostenere un incremento dei tassi da parte della BOJ.

Conclusione

Le dinamiche politiche in Francia e i dati economici resilienti negli Stati Uniti stanno dettando il ritmo del mercato valutario globale. L’euro rimane sotto pressione, mentre il dollaro continua a beneficiare della solidità dell’economia americana. Tuttavia, le prossime settimane saranno cruciali per comprendere le mosse delle principali banche centrali e i loro effetti sui mercati globali.