Come la pandemia ha influenzato il comportamento degli animali negli zoo
Durante la pandemia di COVID-19, le chiusure forzate hanno avuto un impatto non solo sugli esseri umani, ma anche sugli animali degli zoo. La mancanza di visitatori ha infatti alterato il comportamento di molte specie, in particolare i primati. Questo fenomeno è stato oggetto di studio, portando alla luce cambiamenti significativi nelle abitudini di bonobo, gorilla, scimpanzé e babbuini.
- Primati e adattamenti comportamentali: gli animali hanno modificato le loro routine di riposo e alimentazione.
- Interazioni con i visitatori: rilevanti per il benessere degli animali, ma con effetti ambivalenti.
- Dati raccolti in diversi zoo: hanno permesso di studiare gli effetti a lungo termine dell’assenza di pubblico.
L’impatto delle chiusure sugli animali dello zoo
Uno studio pubblicato nel 2022 ha esplorato come i primati hanno reagito alla chiusura degli zoo. L’osservazione, condotta allo zoo di Twycross e al Knowsley Safari nel Regno Unito, ha rivelato cambiamenti nelle abitudini di socializzazione e gestione dello spazio. Ad esempio, con il ritorno del pubblico, i gorilla hanno trascorso meno tempo a riposare, mentre scimpanzé e babbuini hanno mostrato un aumento di attività e interazioni con l’ambiente circostante.
Queste scoperte sottolineano l’adattabilità degli animali e il ruolo cruciale del design degli spazi zoologici. Come evidenziato dai ricercatori, fornire ambienti che permettano agli animali di gestire attivamente i cambiamenti è essenziale per il loro benessere.
Come i primati hanno reagito alla presenza e assenza dei visitatori
Il comportamento dei primati ha dimostrato di essere strettamente legato alla presenza del pubblico. Durante i periodi di chiusura, gli animali hanno mostrato un aumento del tempo trascorso a riposo e in attività individuali. Tuttavia, con la riapertura degli zoo, si sono osservati comportamenti più sociali e interattivi.
Bonobo e gorilla: queste specie hanno trascorso meno tempo da sole quando gli zoo hanno riaperto, suggerendo che la presenza dei visitatori può favorire un maggiore senso di compagnia. Allo stesso tempo, i gorilla, che sono animali più sedentari, hanno ridotto il tempo dedicato al riposo, un possibile segnale di disturbo causato dalla folla.
Scimpanzé e babbuini: gli scimpanzé, animali noti per la loro curiosità, hanno aumentato il tempo dedicato al cibo e alle interazioni con l’ambiente. I babbuini, invece, hanno mostrato comportamenti meno aggressivi e dominanti, concentrandosi maggiormente sulle auto dei visitatori rispetto a quelle dei ranger durante i periodi di apertura.
Questi adattamenti riflettono non solo l’impatto diretto dei visitatori, ma anche la capacità degli animali di regolare le loro attività in base ai cambiamenti ambientali.
L’adattabilità degli animali agli ambienti zoologici
La ricerca ha evidenziato che i primati possiedono una notevole capacità di adattamento alle variazioni ambientali, come l’alternanza di presenza e assenza dei visitatori. Un esempio significativo è il modo in cui i gorilla hanno cambiato le parti dei recinti in cui trascorrevano il loro tempo, suggerendo una strategia attiva per gestire il disturbo. Questo comportamento sottolinea quanto sia cruciale progettare ambienti che permettano agli animali di esercitare un certo controllo sul loro spazio.
Inoltre, i ricercatori hanno rilevato che per alcune specie, come i babbuini, esiste una soglia critica di stimoli esterni. Oltre un certo numero di interazioni, gli animali iniziano a mostrare segni di sovrastimolazione, un dato fondamentale per ottimizzare la gestione delle visite nei parchi e negli zoo.
Conclusione: una nuova visione del benessere animale
Gli effetti della pandemia sul comportamento degli animali negli zoo offrono un’opportunità unica per ripensare le strategie di gestione e progettazione degli spazi. Sebbene alcune interazioni con i visitatori possano stimolare positivamente le specie, altre possono risultare disturbanti. Trovare un equilibrio è essenziale per migliorare il benessere animale.
Le future ricerche si concentreranno su un’analisi più ampia, includendo un numero maggiore di specie e periodi di osservazione più lunghi. Lo scopo è quello di comprendere meglio l’impatto delle interazioni umane e adattare gli ambienti zoologici per rispondere alle esigenze comportamentali degli animali.