Il presidente americano Donald Trump ha annunciato nuove tariffe doganali sui prodotti farmaceutici, segnando un’ulteriore escalation nella guerra commerciale in corso. Il settore, fino ad ora risparmiato, è ora nel mirino delle politiche protezionistiche degli Stati Uniti.

Nuove tariffe sui prodotti farmaceutici: l’annuncio di Trump
Durante una cena con i vertici del Partito Repubblicano a Washington, martedì 8 aprile, Donald Trump ha dichiarato che “molto presto” saranno introdotti dazi significativi sui farmaci importati, senza però specificare l’entità precisa. Tuttavia, secondo alcune fonti diplomatiche europee, la tariffa potrebbe raggiungere almeno il 25%, una cifra che preoccupa tanto gli esportatori quanto i sistemi sanitari dipendenti dalle importazioni.
L’annuncio arriva alla vigilia dell’entrata in vigore di una nuova ondata di dazi che coinvolge già decine di Paesi, con aliquote che spaziano dal 20% sui beni europei a oltre il 100% su quelli cinesi.
Un settore strategico finora escluso
Il comparto farmaceutico, secondo solo all’elettronica per volume di scambi globali, rappresenta circa il 13% del commercio mondiale di beni manifatturieri (dati CEPII, 2021). Sin dal 1994, con l’accordo settoriale dell’OMC, i farmaci e i loro componenti erano rimasti esclusi da imposizioni doganali, favorendo una rete di produzione e distribuzione globale.
Ma secondo Trump, questa esenzione avrebbe incentivato le aziende a delocalizzare la produzione verso paesi a basso costo, in particolare la Cina. “Le aziende farmaceutiche torneranno negli Stati Uniti. Devono farlo, perché qui si concentra la maggior parte delle vendite”, ha dichiarato il presidente.
Impatto sulle relazioni internazionali e sui prezzi
Secondo l’economista Deniz Ünal del CEPII, le esportazioni europee verso il Nord America rappresentano il 12% del commercio mondiale di prodotti sanitari, mentre quelle statunitensi verso l’Europa si fermano al 5%. L’introduzione di dazi su scala ampia rischia quindi di alterare gli equilibri del settore, con possibili aumenti dei costi di produzione e dei prezzi al dettaglio, in particolare nei mercati che dipendono fortemente dalle importazioni.
In risposta, l’Unione Europea ha già presentato una proposta per esentare i farmaci dalle nuove tariffe, ma Washington l’ha respinta, definendola “insufficiente”. Il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato che l’obiettivo dell’UE è far cambiare rotta a Trump, ma ha anche ammesso che, al momento, si tratta di un auspicio lontano dalla realtà.
Escalation globale: anche la Cina risponde
Mercoledì scorso, la tensione è salita ulteriormente dopo l’entrata in vigore di dazi USA contro circa sessanta Paesi, spingendo Pechino ad annunciare la sua “ferma volontà” di reagire. Mentre la Cina chiede un dialogo “equo” con Washington, anche l’Europa si prepara a una risposta su larga scala, che dovrebbe essere resa pubblica all’inizio della prossima settimana.
Conclusioni: la salute entra nel mirino della guerra commerciale
La decisione di estendere la guerra dei dazi al settore farmaceutico segna un punto di svolta nelle tensioni commerciali globali. Un comparto considerato strategico e sensibile, soprattutto dopo la pandemia, si trova ora coinvolto in uno scontro geopolitico che rischia di avere ricadute dirette sulla disponibilità, i prezzi e l’accesso ai medicinali in tutto il mondo.