Si può perdonare un tradimento? Consigli per l’uso

Si può perdonare un tradimento? E perché si tradisce? Qualche spiegazione e un po’ di consigli per l’uso.

Esistono un’infinità di tradimenti. Il tradimento che viene in mente per primo, almeno a livello di entità, di gravità, è quello della patria. Chi tradisce la Patria per passare al nemico, merita la pena più severa. Può essere perdonato chi tradisce la Patria? No.

Poi c’è chi tradisce i propri ideali, ma qui la cosa è meno drammatica: questo potrebbe far parte di un processo più o meno fisiologico di variazione del proprio percorso di vita in funzione di esperienze, novità, situazioni che contribuiscono a rendere più fluido l’uomo, anche se si pensava che potesse essere del tutto ossificato nelle sue convinzioni.

C’è chi tradisce le proprie convinzioni politiche. Qui l’elenco dei transfughi è talmente ampio, che non basterebbero una decina di articoli per fare l’elenco completo dei trasmigratori di casacche politiche, siano essi parlamentari o amministratori di più basso rango. A questi talvolta si perdona, talvolta no. Certo è che quando lo fanno di professione, l’effetto gogna prima o poi ha la prevalenza su ogni altro residuo di buonismo.

E c’è anche chi tradisce se stesso, nel senso che non ha capito niente di sé, della propria vocazione, di quello che era, di quello che è, e di quello che potrebbe diventare, mettendosi a fare cose che aprono dei conflitti a volte insanabili col proprio io. In questa categoria, invero, c’è mezza umanità: tutti quelli scontenti.

Infine, c’è il tradimento amoroso, quello che più interessa i giornali, i giornaletti, il gossip, le riviste e chi più ne ha più ne metta. I consigli o la posta del cuore. Allora qui si sprecano i comportamenti e le contromisure per cotali misfatti. Vediamo i più importanti. Almeno si spera sano tali.

Si può perdonare un tradimento? Consigli per l’uso

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Il primo consiglio dice di riflettere prima di perdonare. Giusto. In verità, però, bisognerebbe riflettere sempre, anche se si decide di non perdonare. Il secondo consiglio dice di prendersi del tempo per ragionare con calma. Giusto anche questo. Calma e gesso, insomma. Ovviamente molto dal carattere della persona. C’è quello o quella che ride, c’è quello o quella che ci passa sopra, c’è quello o quella che si informa sul negozio di armi più vicino. Mediamente il processo di calmierazione si protrae per qualche settimana.

Molti dicono che bisogna evitare di attribuirsi la colpa. Questo è un consiglio opinabile, anche perché talvolta la colpa è proprio nostra e, quando non lo è, spesso è al 50%. Bisogna quindi assicurarsi che il partner sia disponibile a recuperare la situazione che verosimilmente è degradata. Ma questo è un processo lungo e laborioso che prevede del tempo, probabilmente molto più di qualche settimana.

Poi c’è il cristiano perdono. Il quale dovrebbe essere preceduto da una sincera, per quanto possibile, elencazione dei fatti, dei misfatti, dei propri stati d’animo e così via. In caso di accordo, che può essere formalizzato con eventuale matrimonio se prima non c’era stato, bisogna senz’altro incentrare il proprio impegno sul miglioramento della relazione.

La signora della porta accanto, saggia e onnipresente, dice inoltre che non bisogna lasciarsi ossessionare dalla persona con la quale è stato consumato il tradimento. Facile a dirsi, specialmente se si è scoperto che l’armeria più vicina sta dietro l’angolo.

Insomma, il consiglio da dare che li comprende e li assorbe un po’ tutti, è calma e gesso. Se proprio la relazione non si riesce a recuperare, allora bisogna troncare in maniera civile e prendere atto di quello che in realtà è.

Non bisogna nemmeno alterarsi troppo se si scopre che l’altro o l’altra sono dello stesso sesso del partner: oggigiorno sempre più tradimenti si consumano in questo modo. E’ la vita ma è anche la modernità, e di questo non dobbiamo certo crucciarci troppo.