Pitiriasi rosea di Gibert, dobbiamo preoccuparci?
Pitiriasi rosea di Gibert, che cos’è? Dobbiamo preoccuparci?
Siccome c’è molta gente che in rete di questi periodi va sui motori di ricerca per sapere cos’è la pitiriasi, anche noi non ci sottraiamo all’incombenza, e diciamo subito che non è niente. Niente di particolare ovviamente. Posto che siamo in grado di riconoscerla, si tratta di una delle patologie meno preoccupanti e più benigne che esistono.
Quindi, una volta individuata e acclarato che di questo si tratta, faremmo bene a preoccuparci di altro. Ma naturalmente, come sempre diciamo fino alla noia, la diagnosi non possiamo farla certo noi, e nemmeno la signora della porta accanto con l’aiuto della cugina, bensì un medico, meglio se un medico con tanto di specializzazione in dermatologia.
La condicio sine qua non per stare veramente tranquilli è una corretta diagnosi. Il resto, una volta acclarato che si tratta di pitiriasi rosea di Gibert, è più o meno ordinaria amministrazione. Ma attenzione perché, detto ciò, non dobbiamo eccedere dal lato opposto, vale a dire tendere a sottovalutare in generale le malattie della pelle.
Primo perché le malattie della pelle sono appunto tali, e come tali vanno curate; secondo perché a volte capita che la pelle stessa ci lanci dei piccoli segnali in apparenza insignificanti, e che comunque tendiamo a sottovalutare. Invece quel segnale può voler dire che sotto c’è qualcosa di serio. Come ad esempio un neo maligno che tende a ingrossarsi rapidamente e che ha una forma e una colorazione particolari.
Pitiriasi rosea di Gibert, dobbiamo preoccuparci?
In tutti questi casi, quando notiamo l’insorgenza di questi segnali, è ancora più importante rivolgersi a un buon dermatologo per capire di cosa si tratta con una visita e una relativa analisi, magari istologica, se il medico stesso lo ritiene opportuno. Ma torniamo alla nostra benigna condizione portata dalla pitiriasi rosea. Intanto vediamo cosa è: si tratta di una dermatosi abbastanza comune che colpisce generalmente le persone fra i 10 e i 40 anni.
La dermatosi si manifesta indifferentemente sia sui maschi sia sulle femmine. Se consultiamo le statistiche, queste ci riferiscono con una certa chiarezza che la pitiriasi ha un picco in primavera e in autunno. Quanto alle cause, al momento sembra che nessuno ci abbia capito molto; nemmeno sulle cause della correlazione temporale con le stagioni citate. La pitiriasi rappresenta circa il 2% delle dermatosi. I casi di recidiva peraltro sono piuttosto rari. La patologia si manifesta con una sorta di macchia color rosso denominata “macchia madre” o “medaglione di Gibert”. La forma è grossolanamente circolare e il diametro solitamente varia da 1 a 3 centimetri.
All’interno della macchia c’è un nucleo di un colore più vivo, che tende a sfumare mano a mano che ci si allontana dal centro. Sovente, alla macchia iniziale si associano successivamente altre macchie più piccole dette macchie figlie. Solo raramente la pitiriasi rosea provoca prurito, per la precisione in un caso su quattro. I sintomi in generale sono di scarsa entità. Normalmente la malattia tende a colpire il tronco, ma si può diffondere anche sulle braccia e sul cuoio capelluto.
In casi più rari, le macchie compaiono sui genitali e sul viso. Posto che la malattia non desta soverchie preoccupazioni, possiamo provare a curarla, anche se è destinata per lo più a sparire da sé in poche settimane. Se si verificano casi che comportano un forte prurito, il medico potrà prescrivere antistaminici. Più sconsigliate sono le terapie a base di cortisone, perché potrebbero addirittura aggravare la situazione esistente.
Meglio utilizzare in questi casi pomate ad azione emolliente, adatte alla pelle secca generata dalla dermatosi. Per la pitiriasi è sconsigliata l’esposizione al sole e anche alle lampade artificiali UVB; queste esposizioni possono peggiorare il quadro. Insomma, lasciamo che le macchie facciano il loro corso, e cerchiamo di intervenire il meno possibile.