Il debito globale continua a crescere a ritmi vertiginosi, raggiungendo il record di 318 trilioni di dollari nel 2024. Tra le principali cause di questo aumento esponenziale vi è l’incremento della spesa militare, in particolare in Europa. Ma quali saranno le conseguenze di questa tendenza? Gli esperti mettono in guardia: senza un piano di rientro sostenibile, si rischia di entrare in una spirale finanziaria pericolosa.

Un’escalation senza fine: i numeri del debito globale
Secondo i dati dell’Institute of International Finance (IIF), nel solo 2024 il debito globale è aumentato di 7 trilioni di dollari, con i mercati emergenti come Cina, India, Arabia Saudita e Turchia tra i principali responsabili di questa crescita. Nei paesi industrializzati, invece, il debito si è concentrato principalmente negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Canada e in Svezia.
E la tendenza sembra destinata a continuare: S&P Global prevede che nel 2025 i nuovi prestiti governativi potrebbero toccare i 12,3 trilioni di dollari, spinti anche dall’incremento delle spese per la difesa. Se le previsioni si concretizzassero, l’onere del debito globale potrebbe arrivare a rappresentare il 70% della produzione economica mondiale.
Europa: debito fuori controllo?
Anche la Germania ha intrapreso una strada rischiosa. Una recente modifica alla Legge fondamentale, approvata dal Bundestag, ha permesso al governo di varare un pacchetto di misure straordinarie da oltre 1.000 miliardi di euro, aggirando i limiti al debito pubblico.
Questo significa che le spese per difesa, sicurezza, protezione civile e aiuti militari potranno essere finanziate senza restrizioni, aumentando ulteriormente il peso dell’indebitamento. Secondo la Corte dei conti federale tedesca, 1.000 miliardi di euro di debito comporteranno circa 37 miliardi di euro di interessi aggiuntivi.
Ma non è tutto: anche l’Unione Europea sta progettando un imponente programma di riarmo da 800 miliardi di euro, finanziato tramite emissione di obbligazioni. Questo potrebbe portare a un sovraffollamento del mercato obbligazionario, con possibili ripercussioni per gli investitori.
Il rischio di una crisi finanziaria globale
Il gestore di hedge fund Ray Dalio, in un’intervista alla CNBC, ha avvertito del rischio di una “spirale mortale” per l’economia globale. Il concetto è semplice: più uno Stato si indebita, più alti saranno gli interessi da pagare, costringendolo a contrarre nuovi prestiti a condizioni sempre più sfavorevoli.
Negli Stati Uniti, ad esempio, il solo onere degli interessi sul debito ha raggiunto 1.000 miliardi di dollari, mentre il deficit di bilancio del 2024 si è attestato a 1,8 trilioni di dollari. Anche il colosso degli investimenti Pimco ha deciso di ridurre il proprio portafoglio obbligazionario, segnalando forti preoccupazioni sulla sostenibilità del debito USA.
Se la Germania dovesse continuare a espandere il proprio debito, è probabile che anche altri paesi dell’UE seguiranno la stessa strada, intensificando il ricorso ai mercati dei capitali per finanziare le spese militari. Ma il mercato obbligazionario sarà in grado di assorbire questo shock?
Secondo Joe Ackermann, ex CEO di Deutsche Bank, esistono solo due possibili soluzioni:
- La Banca Centrale Europea potrebbe acquistare massicciamente titoli di Stato, alimentando però il rischio di iperinflazione.
- I governi dovrebbero attuare drastici tagli alla spesa pubblica, con inevitabili conseguenze sociali.
Riforme o caos finanziario?
Se l’indebitamento incontrollato dovesse portare alla mutualizzazione del debito europeo, la Germania potrebbe essere la più penalizzata, trovandosi costretta a farsi carico di parte del debito degli altri Stati membri.
Un esempio di gestione virtuosa viene dalla Svizzera, che grazie al rispetto del freno all’indebitamento mantiene una politica fiscale equilibrata e conserva il suo rating tripla A. Al contrario, senza riforme strutturali, il rischio è quello di trovarsi intrappolati in un sistema insostenibile, con conseguenze devastanti per l’economia globale.
Conclusioni: il bivio dell’economia mondiale
La crescita incontrollata del debito pubblico pone il mondo davanti a una scelta cruciale:
- Continuare con politiche di spesa illimitata, rischiando una crisi finanziaria senza precedenti.
- Adottare misure di austerità e riforme strutturali, per garantire una stabilità a lungo termine.
Gli esperti sono chiari: senza interventi tempestivi, il rischio di una tempesta sui mercati finanziari globali è sempre più concreto.