Le pmi rappresentano la spina dorsale dell’economia italiana: con un giro d’affari di mille miliardi di euro costituiscono il più importante volano di sviluppo per l’export, che continua a crescere a ritmi sostenuti. Questa è la fotografia scattata dall’Ufficio Studi della Sace, che ha avviato un’ulteriore analisi delle piccole e medie imprese più competitive con l’obiettivo di raccogliere le opinioni degli analisti e i commenti dei più importanti operatori economici.
La recensione evidenzia lo stato di salute delle pmi italiane, che sono riuscite a svolgere un ruolo da protagonista nei principali mercati esteri: stando ai commenti degli analisti sono oltre 50 mila le pmi che esportano nei mercati oltre confine. È opinione diffusa tra gli esperti che le piccole imprese esportatrici sono decisamente più numerose rispetto al numero complessivo delle pmi: rappresentano infatti l’80% del totale. I commenti pubblicati nella recensione, inoltre, sottolineano il ruolo strategico svolto dalle nuove strategie destinate ad accelerare la duplice transizione, digitale e green. I numeri riportati nel documento fanno emergere, infatti, che il 59,5% delle aziende manifatturiere italiane ha intrapreso azioni di sostenibilità.
L’importanza delle vendite all’estero per lo sviluppo delle aziende è stata confermata anche dagli esperti di export, che ne evidenziano i principali vantaggi per il business. A riguardo, Co.Mark, la società di consulenza per lo sviluppo del business internazionale, colloca l’aumento dei profitti e la diversificazione dei costi e dei prodotti tra i principali motivi che spingono le piccole e medie imprese a vendere all’estero. Secondo le opinioni di Co.Mark, tra i principali vantaggi dello sviluppo commerciale estero rientrano: l’espansione del business, con conseguente aumento dei profitti, l’aumento del know-how, lo sviluppo di nuove partnership internazionali e il rafforzamento della brand awareness.
Le imprese italiane, ribadisce Comark nei suoi commenti, possono sfruttare le opportunità presenti nei mercati internazionali per accrescere il proprio business: i buyer stranieri sono particolarmente interessati alla qualità garantita dai prodotti Made in Italy. La recensione fa emergere inoltre il mutamento della struttura finanziaria delle pmi italiane: stando alle opinioni dei tecnici, le imprese possono contare su livelli di indebitamento relativamente contenuti, in grado di mitigare le conseguenze derivanti dal peggioramento delle condizioni creditizie.
La recensione sottolinea inoltre il forte incremento della produttività del lavoro registrato negli ultimi anni dalle pmi italiane, che ha permesso di migliorare la loro competitività nei mercati internazionali: dai commenti dell’Istituto emerge infatti che esporta il 57% delle piccole imprese e oltre il 90% delle medie. La propensione all’export delle piccole e medie imprese del Belpaese fa raggiungere alle pmi oltre un terzo di tutto il fatturato realizzato all’estero: un dato superiore rispetto a quello degli altri paesi europei.
Infine, le opinioni riportate nella recensione evidenziano il ruolo svolto dalla digitalizzazione: la scelta delle aziende di investire nelle nuove tecnologie 4.0, insieme alla sostenibilità, è la strada da seguire per confermare l’attuale trend di crescita anche in futuro. La duplice transizione digitale e green accompagnerà infatti l’evoluzione dei modelli di business e darà un ulteriore impulso alle vendite all’estero dei prodotti Made in Italy.