Che succede se supero i 5000 euro di prestazione occasionale

Se superi i 5000 euro di prestazione occasionale in un anno fiscale, devi pagare le imposte e i contributi previdenziali. Il limite di 5000 euro si riferisce al reddito lordo da lavoro occasionale. Puoi effettuare prestazioni occasionali anche se hai già un altro lavoro da dipendente o da autonomo.

Che succede se supero i 5000 euro di prestazione occasionale
Che succede se supero i 5000 euro di prestazione occasionale (Foto@Pixabay)

Per calcolare le imposte e i contributi dovuti per una prestazione occasionale, devi tenere conto di due fattori: la ritenuta d’acconto IRPEF e la ritenuta previdenziale INPS. La ritenuta d’acconto IRPEF è del 20% sul reddito lordo.

La ritenuta previdenziale INPS è del 25,72% sul reddito netto12, ma si applica solo se superi i 5000 euro di compensi annui. Inoltre, c’è una franchigia di 1000 euro su cui non si paga la ritenuta INPS.

Per esempio, se emetti una ricevuta per prestazione occasionale di 1000 euro, dovrai pagare solo la ritenuta IRPEF di 200 euro (20% di 1000 euro) e ti resteranno 800 euro netti. Se invece emetti una ricevuta di 2500 euro e hai già raggiunto i 5000 euro di compensi annui, dovrai pagare sia la ritenuta IRPEF di 500 euro (20% di 2500 euro) che la ritenuta INPS di 386,55 euro (25,72% di (2500-1000) euro) e ti resteranno 1613,45 euro netti.

Per dichiarare il reddito da lavoro occasionale, devi compilare il modello Redditi (ex UNICO) o il modello 730, a seconda del tuo regime fiscale. Nel modello Redditi, devi indicare i compensi percepiti nel quadro RL. Nel modello 730, devi indicare i compensi percepiti nel quadro D. Se hai percepito solo compensi da prestazione occasionale e non superano i 4800 euro annui, non sei obbligato a presentare la dichiarazione dei redditi.

Per effettuare una prestazione occasionale, devi rispettare alcune condizioni:

  • L’attività deve essere svolta in modo non abituale e non professionale, cioè sporadica e saltuaria;
  • Il compenso annuo non deve superare i 5000 euro (al lordo delle ritenute) da uno o più committenti;
  • Il committente può essere un professionista, un lavoratore autonomo, un imprenditore, un’associazione, una fondazione, un ente privato o pubblico;
  • La durata della prestazione non deve superare i 30 giorni continuativi o discontinui per lo stesso committente;
  • La prestazione non deve rientrare nelle attività escluse dalla normativa (es. collaborazioni coordinate e continuative, attività di docenza o formazione professionale ecc.).