Arrivano i dazi doganali per le auto elettriche cinesi

Negli ultimi mesi, l’industria automobilistica europea ha vissuto una significativa svolta con l’introduzione di dazi doganali sulle auto elettriche prodotte in Cina. Questa decisione, destinata a entrare in vigore dal 4 luglio 2024, ha suscitato dibattiti accesi e preoccupazioni tanto in Europa quanto in Cina. Vediamo nel dettaglio le ragioni dietro questa mossa, le sue implicazioni e le reazioni da entrambe le parti.

Arrivano i dazi doganali per le auto elettriche cinesi
foto@pixabay

Motivazioni dei dazi

La Commissione Europea ha giustificato l’introduzione dei dazi come una misura necessaria per proteggere l’industria automobilistica del continente. L’indagine, avviata lo scorso ottobre, ha rivelato che i produttori cinesi di auto elettriche beneficiano di sussidi governativi ritenuti distorsivi per il mercato. Questi aiuti permettono ai produttori cinesi di vendere le loro auto a prezzi notevolmente inferiori rispetto ai concorrenti europei, creando una concorrenza definita “sleale”.

Secondo i risultati preliminari dell’indagine, alcuni dei principali marchi cinesi come SAIC, BYD e Geely ricevono sussidi ingenti che permettono loro di competere a prezzi stracciati. In risposta, l’UE ha deciso di imporre dazi variabili tra il 17,4% e il 38,1%, in base al livello di collaborazione dei produttori con l’indagine europea​​​​.

Dettagli dei dazi

I dazi saranno applicati in modo retroattivo dal 7 marzo 2024, data di avvio delle registrazioni doganali. I marchi più penalizzati, come SAIC, subiranno un dazio del 38,1%, mentre altri produttori come Geely e BYD affronteranno tariffe rispettivamente del 20% e 17,4%. Le aziende che hanno collaborato maggiormente con l’indagine vedranno applicati dazi del 21%​​​​.

Reazioni e impatti sul mercato

L’introduzione dei dazi ha provocato una forte reazione da parte del governo cinese, che ha accusato l’UE di protezionismo e di danneggiare i principi del libero mercato. Pechino ha espresso la sua delusione e ha minacciato ritorsioni, affermando che la decisione europea potrebbe avere ripercussioni negative anche per l’economia europea stessa​​​​.

Sul fronte europeo, la misura è stata accolta con favore da alcuni produttori, come Renault e Stellantis, che vedono nei dazi un modo per riequilibrare la concorrenza. Tuttavia, altre aziende, soprattutto tedesche, hanno espresso preoccupazioni per possibili ritorsioni cinesi che potrebbero colpire le loro esportazioni verso il grande mercato asiatico​​.

Obiettivi e prospettive future

L’obiettivo dichiarato dell’UE è di proteggere la sua industria automobilistica emergente, permettendole di competere ad armi pari con i colossi cinesi. Negli ultimi anni, le vendite di auto elettriche cinesi in Europa sono cresciute esponenzialmente, passando da 57.000 unità nel 2020 a oltre 437.000 nel 2023, con una quota di mercato che potrebbe superare il 20% entro il 2027​​.

La situazione resta comunque fluida e in evoluzione. Le tariffe dovranno essere ratificate dagli Stati membri entro il 2 novembre 2024 per entrare definitivamente in vigore per un periodo di cinque anni. Le aziende possono anche presentare ricorsi e richiedere revisioni delle decisioni prese​​.

Conclusioni

L’introduzione dei dazi sulle auto elettriche cinesi rappresenta una mossa strategica dell’UE per difendere la propria industria automobilistica dalla concorrenza cinese. Sebbene questa decisione miri a creare un mercato più equo, resta da vedere come evolverà la situazione nei prossimi mesi e quali saranno le reazioni definitive delle parti coinvolte. In ogni caso, l’industria automobilistica globale continuerà a essere un campo di battaglia cruciale per l’innovazione e la competitività economica.